Il lavoro agile tra benefici e opportunità

La condizione di isolamento forzato nel Nord Italia causata dall’emergenza Coronavirus ha portato molte aziende a rivalutare il concetto di lavoro e aprirsi alla possibilità del lavoro agile (smart working): in questo articolo cercheremo di chiarire come funziona e di elencarne i principali benefici per le organizzazioni e per i lavoratori. 

 

LAVORO AGILE: UNA DEFINIZIONE 

Il lavoro agile viene definito come “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”. 

In sostanza, si tratta di una riorganizzazione dell’attività secondo cui il lavoratore svolge le proprie mansioni in luogo diverso dagli edifici aziendali (il proprio domicilio o spazi di lavoro temporanei) e con maggiore libertà in termini di gestione del tempo. Si pone proprio qui la principale differenza con il telelavoro, che di fatto prevedeva uno spostamento della sede di lavoro, ma manteneva forti limitazioni spaziali e orarie: il lavoro agile si basa al contrario sul raggiungimento di obiettivi e risultati, attraverso modalità decisamente più flessibili.

Resta chiaro che, pur nell’ambito di ampi margini di personalizzazione, occorre che l’organizzazione della giornata lavorativa consenta il rispetto delle contingenze legate al cliente o al team di progetto: in sostanza, tale flessibilità può essere limitata qualora dal proprio lavoro dipenda quello di altri, dentro o fuori dall’azienda, per consentire il raggiungimento degli obiettivi comuni e il rispetto delle scadenze

 

LA LEGISLAZIONE SUL LAVORO AGILE: PRIMA E DOPO L’EMERGENZA 

Tale tipologia di rapporto di lavoro, regolata dalla Legge n. 81/2017 e dalla Circolare INAIL n. 48/2017, richiede la sottoscrizione di accordi individuali da parte delle aziende per ogni lavoratore coinvolto e prevede parità di trattamento economico e normativo rispetto alle modalità di lavoro ordinarie. 

Con l’aggravarsi dell’emergenza Coronavirus, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha preso provvedimenti per facilitare la diffusione del lavoro agile, nell’ottica della continuità lavorativa: il Dpcm del 23 febbraio 2020 prevede pertanto la possibilità per le aziende nelle aree coinvolte di attivare lo smart working anche in assenza dell’accordo individuale, sostituito con un’autocertificazione che il lavoro agile si riferisce ad un soggetto appartenente a una delle aree a rischio.

 

I BENEFICI DEL LAVORO AGILE 

Una volta compreso cosa sia il lavoro agile e come funzioni, è possibile riflettere su quali siano i benefici che l’introduzione di questa nuova modalità apporta al lavoratore in primis, ma anche all’azienda e al contesto generale. 

PER IL LAVORATORE

Un primo e grande vantaggio risiede nella definizione stessa del lavoro agile, che prevede per sua natura un lavoro per obiettivi: agendo sempre con uno scopo ben definito, il lavoratore agile risulta essere spesso maggiormente motivato e coinvolto. Libero infatti da stress provocato dalla contingenza del recarsi in ufficio – come i trasporti, il rispetto di orari prestabiliti, talvolta l’ambiente stesso dell’ufficio – il lavoratore può gestire autonomamente il proprio tempo, lavorando quando effettivamente necessario per il raggiungimento dei risultati e non per “riempire” le otto ore canoniche giornaliere. In aggiunta ad un minore stress, inoltre, il lavoro agile permette di organizzare la giornata lavorativa secondo i propri bisogni, stabilendo orari di inizio e fine e momenti di pausa in modo da avere tempo per sé stessi: fare sport, pranzare con la famiglia, accompagnare i bimbi a scuola o recarsi a fare una commissione diventano possibili senza togliere spazio al lavoro, ma semplicemente riorganizzandolo.

PER L’AZIENDA

Per quanto riguarda l’azienda, il lavoro agile richiede certamente una maggiore responsabilizzazione del singolo lavoratore, al contempo però liberando i livelli più alti dalla necessità di controllo continuo del lavoro altrui: si assiste così a riunioni che si fanno più concise e mirate, così come ad una diminuzione delle interruzioni durante le attività. Ragionare per obiettivi, inoltre, sposta il focus dal lavoro in sé all’ottenimento del risultato: non viene più controllato cosa il lavoratore faccia ora per ora o giorno per giorno, ma che raggiunga l’obiettivo richiesto entro le scadenze fissate. Questo implica, di certo, una maggiore attenzione al medio-lungo periodo ed impone una più strutturata organizzazione in termini di project management, sia a livello aziendale che del singolo lavoratore. 

PER TUTTI

Parlando più in generale, il lavoro agile ha senza dubbio un impatto ambientale: minori necessità di trasferimento portano ad un abbassamento del livello di traffico e, di conseguenza, ad un minore inquinamento

Traendo insegnamenti dall’emergenza odierna, inoltre, il lavoro agile si mostra in aggiunta un’ottima soluzione per prevenire la diffusione di malattie: non solo epidemie come nel caso del Coronavirus, ma anche una ben più comune influenza potrebbe risultare meno contagiosa se si desse al lavoratore la possibilità di non recarsi in ufficio alla comparsa dei primi sintomi, pur senza in effetti smettere di lavorare. 

In ultimo, ma non di certo per importanza, un’azienda preparata al lavoro agile è più resistente ad eventuali fattori esterni: avere la possibilità di lavorare ovunque e senza orari specifici garantisce una maggior continuità, di conseguenza limitando possibili crisi dovute ad un’interruzione forzata delle attività. 

 

È certamente vero che non tutte le attività si prestano al lavoro agile, ma è altrettanto vero che molte aziende perfettamente compatibili con questa modalità di lavoro si lasciano fermare da paure legate all’assenza di controllo dei propri impiegati. Purtroppo o per fortuna, l’evoluzione verso nuovi modelli sembra essere inarrestabile e diventa fondamentale attrezzarsi per non farsi trovare impreparati

 

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RIFERIMENTI

Legge del 22 maggio 2017, n. 81
INAIL Circolare n. 48/2017
DPCM del 23 febbraio 2020, n. 6

 

 

 

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