5 cose che abbiamo imparato nel 2020 (e che porteremo con noi nel 2021)

Il 2020 è stato senza dubbio un anno ricco di sorprese, che ci ha portato a riflettere sul nostro modo di lavorare e, più in generale, di vivere: in attesa che l’anno nuovo porti ad un ritorno alla (nuova) normalità, cerchiamo di riassumere 5 cose che abbiamo imparato negli ultimi mesi e che, per forza di cose, porteremo con noi anche nel 2021, a partire da smart working e e-learning

 

1. NON CI SI IMPROVVISA SMART WORKERS

I dati sulla diffusione del lavoro agile (o smart working) nel 2020, seppur ancora incompleti, parlano chiaramente di un aumento esponenziale del fenomeno. Secondo l’ISTAT, il personale a distanza nelle aziende italiane era già salito dal 1,2% di febbraio all’8,8% ad aprile 2020, seppur con percentuali di incidenza molto distanti tra le diverse tipologie di organizzazione: si parla di 90% dei lavoratori per le grandi imprese, 73% per le medie, 37% per le piccole e 18% per le micro imprese. 

Il passaggio delle aziende italiane che hanno adottato lo smart working dal 15% del 2019 al 77% nello scorso anno è stato senza dubbio accelerato notevolmente dall’emergenza sanitaria. Proprio per questo, tuttavia, tale modalità di lavoro è stata spesso messa in atto senza le dovute infrastrutture e la formazione richiesta, minandone l’efficacia e, di conseguenza, anche il livello di gradimento

La prima cosa che il 2020 ci ha insegnato, dunque, e che dovremo portare con noi nel 2021 è che lo smart working non può essere improvvisato, e che se si decide di metterlo in atto a lungo termine può valere la pena affidarsi a professionisti che accompagnino i dipendenti nella transizione

 

2. LO SMART WORKING NON È TELELAVORO 

Nonostante la confusione che si è creata nel corso dell’anno passato, sembra ormai chiara a tutti la distinzione tra smart working (o “lavoro agile” secondo la dicitura italiana) e telelavoro o lavoro da remoto (o “telelavoro”). Riprendendo ciò che avevamo detto in un vecchio articolo, mentre il telelavoro si caratterizza principalmente per un cambio di sede rispetto all’ufficio tradizionale, lo smart working si basa su un’organizzazione del lavoro per obiettivi, al di là di orari e luoghi preimpostati. 

Si tratta, com’è evidente, di un cambiamento ben più profondo nel modo di concepire e gestire il lavoro, che implica una trasformazione anche nei rapporti tra superiori e dipendenti e tra colleghi: la fiducia e la responsabilizzazione diventano strumenti-chiave per la buona riuscita di qualsiasi collaborazione, così come la capacità di comunicare e gestire il tempo efficacemente. Ancora una volta, dunque, diventa chiaro come si siano rese necessarie nuove competenze, da sviluppare all’interno delle organizzazioni o da ricercare nelle figure dei nuovi specialisti per la buona riuscita del progetto “smart”. 

 

3. LO SMART WORKING È UNA RISORSA

Restando in tema, l’anno passato ha senza dubbio messo in luce tutti i benefici dello smart working come modalità di lavoro, sia per le aziende che per i lavoratori.

Da parte delle organizzazioni, il lavoro agile si è dimostrato vantaggioso in termini di ottimizzazione economica e temporale: ridurre gli spostamenti e trasferire online riunioni e attività, infatti, ha permesso di rendere più efficiente il lavoro, diminuendo “tempi morti” e costi legati a trasporto, vitto e alloggio dei dipendenti. Ciò è valso per le grandi aziende, spesso costrette a muovere persone da una sede all’altra, talvolta anche a livello internazionale, ma anche per PMI e organizzazioni più piccole, per le quali i movimenti si legavano ad incontri con clienti ed eventi di formazione o marketing (fiere, congressi, ecc.). 

A livello dei dipendenti, invece, lo smart working sembra permettere un’organizzazione più “adattiva” del lavoro, meglio incastrandosi con gli impegni della vita quotidiana, pur senza diminuire in efficienza: si lavora con un obiettivo da raggiungere, ancora una volta diminuendo i “tempi morti” e dando maggior valore alle ore di lavoro stesse. 

In ultimo, ma non per importanza, il lavoro agile ha mostrato i suoi vantaggi anche per quanto riguarda l’ambiente: una scelta sicuramente più ecologica, che riduce l’impatto delle aziende a livello di inquinamento e ne rende l’operato più sostenibile

 

4. L’E-LEARNING RAPPRESENTA IL FUTURO DELLA FORMAZIONE 

Strettamente collegata al tema dello smart working, anche la formazione aziendale sembra essere tra gli ambiti più fortemente impattati dai cambiamenti recenti. La crescita degli utenti di Zoom da 10 a 200 milioni entro aprile e l’aumento del 100% delle ricerche di corsi online su Google nello stesso periodo sono solo due dei dati che mostrano come, senza alcun dubbio, il 2020 sia stato l’anno dell’e-learning

Va anche detto, ad onor del vero, che la formazione digitale è stata spesso affrontata in modo emergenziale, facendo uso di webinar contingenti e non racchiusi all’interno di progetti didattici a lungo termine. Questo fenomeno, se da un lato ha portato ad una crescita esponenziale delle piattaforme online, dall’altro ha contribuito a diffondere un certo malcontento, spesso derivato da pregiudizi e inesperienza, sia tra i docenti che tra gli apprendenti. 

Se c’è una cosa del 2020 che dobbiamo portare con noi nell’anno nuovo, dunque, è che la formazione digitale richiede – così come lo smart working – delle dinamiche e competenze a sé, le quali vanno acquisite e allenate per poterne trarre il massimo vantaggio. D’altra parte, è difficile pensare ad un ritorno netto al passato della didattica totalmente frontale: è più probabile, e per certi versi auspicabile, che la formazione del futuro abbia forme più “blended”, in cui digitale e in aula vengano utilizzati insieme, ognuno nei momenti e con gli obiettivi a cui meglio si prestano. 

 

5. QUANDO TORNEREMO ALLA NORMALITÀ, SARÀ UNA NUOVA NORMALITÀ 

L’anno passato si è chiuso con una speranza da parte di tutti: la normalità. Ma cosa vuol dire oggi “normalità”? Come abbiamo già detto, difficilmente significherà tornare indietro a febbraio 2020: alcuni cambiamenti, benché imposti, hanno dimostrato che un altro modo di lavorare non solo è possibile, ma potrebbe anche essere più efficiente di ciò che facevamo prima. 

Dunque l’ultimo e forse il più importante degli insegnamenti del 2020 è che nel futuro prossimo usciremo dallo stato di emergenza, ma la nuova normalità che ci aspetta non avrà molto a che fare con il mondo del lavoro che ricordiamo. 

 

Noi del Team Quiddis abbiamo cercato di sfruttare questi mesi per pensare ad un nuovo modo per fare formazione: una piattaforma LMS semplice da usare, con sistema webinar integrato per la formazione sincrona e asincrona, accessibile tramite app mobile e con contenuti interattivi e coinvolgenti, progettati secondo una logica basata sul blended. I progetti per il 2021 sono ancora molti, e non vediamo l’ora di raccontarveli!

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RIFERIMENTI
Hubway, Smart working: numeri e dati nel 2020 (Istat e Microsoft)
Data Skills, Smart working before and after the health crisis of Covid-19
Forbes, The Rise Of E-Learning In 2020

 

 

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