Memoria a lungo termine: conoscere come funziona per potenziarla

Nell’articolo precedente abbiamo parlato della memoria a breve termine, descrivendone il funzionamento e quali strategie possono essere messe in atto per potenziarla: in questo articolo imparerai tutto riguardo alla memoria a lungo termine e a come migliorarla.

MEMORIA A LUNGO TERMINE: CODIFICA, CONSERVA, RECUPERA, RICOMINCIA

Possiamo pensare alla memoria a lungo termine come ad un deposito dinamico e tuttavia permanente di informazioni, attivato quando parliamo di ricordare qualcosa. Per avere accesso a tali informazioni occorrono circa 200 millisecondi, il che significa in sostanza che si riconosce qualcosa che si sa prima ancora di poter realizzare che lo si conosce già.

Ma quando tempo implica questo “a lungo termine”? Una informazione può essere conservata in memoria per un tempo indefinitamente lungo, anche se non se ne è più consapevoli. Ciò dipende dai processi di funzionamento della memoria, che comprende due operazioni principali: codifica e recupero.

Cominciamo col dire che il cervello conserva le informazioni per mezzo di strutture chiamate schemi, ovvero una sorta di reticolo che mette in collegamento tra loro concetti correlati: tutti sappiamo cosa sia il mare, ma pensando al mare ci vengono alla mente anche pesci e barche. Quando impariamo o entriamo in contatto con qualcosa di nuovo, dunque, abbiamo due possibilità: attaccare questa nuova informazione agli “schemi” che già possediamo (assimilazione), oppure crearne di nuovi (adattamento).

Ma perché a volte non riusciamo a ricordare qualcosa che già conosciamo? Il processo di recupero delle informazioni si basa su una serie di indizi: per attivare e utilizzare le informazioni nella memoria a lungo termine, abbiamo bisogno di stimoli che aiutino a richiamare alla mente i contenuti in deposito. Ciò significa che, senza l’indizio giusto, potremmo non essere in grado di accedere all’informazione, pur essendo questa conservata nella memoria a lungo termine.

 

PIÙ SONO (GLI STIMOLI) E MEGLIO È!

Le strategie di potenziamento per la memoria a lungo termine sono incentrate sul migliorare la capacità di conservazione, vale a dire rendere più facile il passaggio delle informazioni dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine.

Hai presente la struttura a reticolo di cui abbiamo parlato? All’interno del cervello, mille miliardi di neuroni sono connessi a un migliaio di “vicini” ciascuno, attraverso segnali ad impulso chiamati sinapsi. Le connessioni tra neuroni si rafforzano in relazione alla frequenza di tali segnali: diventa così fondamentale incrementare questo processo, cosa che può essere fatta in vari modi.

Una prima strategia prevede la distribuzione della pratica in numerose sessioni di studio: ciò consente di consolidare nella memoria le informazioni che vengono ripetute più volte, specialmente se queste vengono suddivise in pillole di conoscenza e si utilizzano diversi formati di presentazione. Apprendere in modo graduale e coinvolgendo più sensi, infatti, aiuta a rafforzare le connessioni neurali, rafforzando di conseguenza la traccia del ricordo e rendendone più probabile il recupero.

 

RECUPERO ATTIVO: UN PONTE PER I RICORDI

Dopo aver agito su come gli apprendenti acquisiscono le informazioni, il passo successivo è facilitare loro la creazione di connessioni significative tra le informazioni conservate nella memoria a lungo termine e situazioni reali.

Se è vero che ricordiamo meglio qualcosa se la percepiamo come utile e, soprattutto, se abbiamo i giusti indizi per accedervi, l’uso di scenari e simulazioni porta gli apprendenti a collegare le informazioni in magazzino con applicazioni pratiche, facilitandone di conseguenza il recupero futuro.

Questo è un buon esempio di messa in atto della conoscenza, ma non è l’unico possibile: un gran numero di strategie di recupero attivo possono aiutare gli apprendenti ad elaborare le informazioni ed essere coinvolti attivamente nella lezione, riducendo il rischio di decadimento della memoria. Se pensiamo a quanto si è detto riguardo al cervello, è facile capire quanto compiti come pensare a idee correlate o esempi, legare mentalmente contenuti insieme o creare un’immagine mentale dell’informazione possano aiutare a stabilizzare conoscenze nella memoria a lungo termine. Allo stesso tempo, queste strategie aiutano a creare indizi che agiscono come ponte tra i ricordi e il mondo reale, rendendoli significativi e più facili da richiamare alla memoria quando necessario.

Come possiamo usare queste informazioni riguardo al funzionamento della memoria per costruire corsi di formazione più efficaci? Scoprilo nei prossimi articoli!

 

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