La Tassonomia di Bloom: come fissare gli obiettivi di apprendimento in base ai bisogni formativi
La fase di Training Need Analysis (Analisi dei bisogni formativi) presente in ogni modello ISD ha lo scopo di individuare il gap tra le conoscenze e competenze possedute dagli studenti e gli obiettivi di apprendimento da raggiungere, per la definizione dei quali ci si può avvalere di classificazioni come la Tassonomia di Bloom.
Come vengono classificati tali obiettivi e quale utilità può avere una classificazione nella fase di progettazione didattica? Continua a leggere per scoprirlo.
TRAINING NEED ANALYSIS: CHI SONO I TUOI STUDENTI
La progettazione del percorso formativo, frontale o digitale che sia, è un passaggio fondamentale per assicurare una buona riuscita in termini di efficacia e di utilità per gli studenti. Per poter definire con chiarezza quali siano i bisogni formativi e di conseguenza gli obiettivi da raggiungere, è necessario impiegare del tempo per studiare il pubblico, quello che si trasformerà nella “classe” di riferimento. Per fare ciò, entra in gioco un processo chiamato Training Need Analysis (Analisi dei bisogni formativi), il quale ha proprio lo scopo di descrivere il punto di partenza da cui dovrà muovere la formazione: background culturale, livello d’istruzione, livello di digitalizzazione, età, interessi, sono tutti fattori che incidono sul processo e che occorre pertanto conoscere per progettare efficacemente.
GLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Una volta tracciato il profilo degli studenti, dunque, il secondo passaggio della fase di analisi è la definizione degli obiettivi di apprendimento desiderati, ovvero quali risultati si vuole raggiungere alla fine della formazione. È importante sottolineare come tali obiettivi non siano strettamente legati a un pacchetto di informazioni da immagazzinare, ma siano da intendersi in senso più ampio come l’insieme di sapere, saper-fare e saper-essere.
LA TASSONOMIA DI BLOOM
Un aiuto per i progettisti nel processo di analisi dei bisogni e definizione degli obiettivi di apprendimento arriva da classificazioni sviluppate al fine di individuare tutti i possibili outcome didattici, tra i quali selezionare quelli di interesse per il piano formativo da costruire.
La più celebre di tali classificazioni è senza dubbio la Tassonomia di Bloom, ideata da Benjamin Bloom e dai suoi collaboratori Max Englehart, Edward Furst, Walter Hill e David Krathwohl. Il loro scritto, pubblicato nel 1956, si poneva per l’appunto l’obiettivo di creare una “Tassonomia degli obiettivi formativi”, inizialmente pensata per l’utilizzo da parte di insegnanti delle scuole primarie e secondarie.
La tassonomia era organizzata in sei categorie principali, tra le quali la Conoscenza era elevata a precondizione necessaria: questa comprendeva la memoria non solo di informazioni specifiche e universali, ma anche di metodi e processi, nonché modelli, strutture e impostazioni. Le competenze e abilità classificate erano invece Comprensione, Applicazione, Analisi, Sintesi e Valutazione, ovvero la capacità di interpretazione, astrazione, scomposizione, ricomposizione e giudizio sulla validità di materiali e metodi rispetto al fine preposto.
LA REVISIONE DELLA TASSONOMIA DI BLOOM
Un limite riconosciuto della versione originale della Tassonomia di Bloom era legato al suo essere piuttosto statica e soprattutto con un target limitato. Così, nel 2001, Anderson e Krathwohl ne pubblicano una versione rivista, definendola “Una tassonomia per apprendere, insegnare e valutare”, con due principali differenze.
Il desiderio di maggiore dinamicità si riflette nella scelta di sostituire i sostantivi del modello originale con verbi e gerundi d’azione, i quali meglio descrivono il processo di interazione e manipolazione della conoscenza. Tale dinamicità ha inoltre lo scopo di allargare il pubblico di riferimento e permettere l’utilizzo della nuova categorizzazione per la costruzione di percorsi formativi di vario tipo.
In aggiunta, l’iniziale struttura monodimensionale si trasforma in bidimensionale, con la creazione di due classificazioni distinte per i Processi Cognitivi e per la Conoscenza. I primi, intesi come i processi usati per imparare, ricalcano le competenze e abilità della versione originale: Ricordare, Comprendere, Applicare, Analizzare, Valutare, Creare. La seconda, invece, intesa come oggetto dell’apprendimento, si suddivide in fattuale, concettuale, procedurale e metacognitiva, abbracciando così tutti gli aspetti del sapere con un’ottica spiccatamente teorico-pratica.
L’IMPORTANZA DELLA DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
L’utilizzo di classificazioni come la Tassonomia di Bloom, apparentemente macchinoso e dispendioso in termini di tempo, può essere di grande aiuto in una fase come quella di analisi dei bisogni e definizione degli obiettivi. Ma perché questo passaggio è così importante?
In primo luogo perché il suo esito costituisce il punto di partenza per le fasi successive, le quali potrebbero avere scarsa efficacia, per quanto portate avanti alla perfezione, se poggiano su basi insufficienti o poco chiare. Ciò ha ripercussioni, come abbiamo detto, in termini sia di tempo che di costo per qualsiasi percorso formativo si stia progettando, ed in particolare se questo prevede l’utilizzo di e-learning.
In secondo luogo, una definizione chiara degli obiettivi è utile ad allargare gli orizzonti rispetto ai risultati che si intende raggiungere: non più solo un pacchetto di conoscenze che viene trasferito da docente a studente, ma un insieme di abilità e competenze che possono migliorare le performance dell’apprendente sul fronte lavorativo, ma anche organizzativo e sociale.
Avere una visione chiara del background dei propri studenti e della direzione verso la quale si intende guidarli è fondamentale per il passaggio successivo nella progettazione didattica, ovvero la creazione dei piani formativi con tutti gli elementi utili al raggiungimento degli obiettivi. Vuoi sapere come funziona questo processo? Leggi i nostri prossimi articoli.
RIFERIMENTI
Bloom, B. S. et al. (1956), Taxonomy of educational objectives: The classification of educational goals. Handbook I: Cognitive domain.
Patricia Armstrong, Vanderbilt University, Bloom’s Taxonomy
University of Waterloo, Bloom’s Taxonomy
Anderson-Krathwohl (2001) A Taxonomy for Learning, Teaching, and Assessing
Mary Forehand, The University of Georgia, Bloom’s Taxonomy