Il micro-learning: contenuti e-learning a misura di SCORM

Tempo fa avevamo parlato dello SCORM e della sua utilità nell’e-learning per caratterizzare e gestire gli oggetti didattici: in questo articolo vedremo come progettare l’organizzazione dei contenuti utilizzando la tecnica del micro-learning, costruendo percorsi formativi in linea con questo standard

 

DALLO SCORM AL MICRO-LEARNING

Alla base dello standard SCORM sono posti gli oggetti di contenuto condivisibile (gli SCO appunto), ovvero le singole porzioni di contenuto che interagiscono con la piattaforma LMS e vengono mostrate all’apprendente come risorse formative

Tali oggetti vengono definiti in fase di progettazione didattica, nella quale si rende necessario scomporre l’intero contenuto formativo da trasmettere in unità più piccole. Entra così in gioco la tecnica didattica chiamata “micro-learning” (micro-apprendimento), la quale fa riferimento al quarto evento di presentazione dello stimolo descritto da Gagné. La formazione non viene erogata in un’unica soluzione, che rischia di essere piuttosto “carica” da un punto di vista sia concettuale che temporale, ma suddivisa in moduli brevi e organizzati all’interno di un reticolo, esattamente come gli oggetti SCORM.  

 

COS’È IL MICRO-LEARNING

Abbiamo già parlato dei nativi digitali e dei canali di attenzione, e della conseguente importanza di un’organizzazione della didattica e-learning che favorisca coinvolgimento e motivazione dell’apprendente. Soprattutto se si parla di contenuti da fruire in autoapprendimento, ovvero e-learning asincrono, diventa fondamentale che sia la formazione a ricercare modalità e strategie che meglio si adattino ai discenti. 

Il micro-learning, a tal proposito, fornisce uno schema basato su piccoli momenti di apprendimento, all’interno dei quali viene affrontato solitamente un unico tema, la cui trattazione viene per l’appunto conclusa con il modulo stesso ed eventualmente ripresa come prerequisito di moduli successivi. 

 

IL MICRO-LEARNING: BENEFICI PER L’APPRENDENTE 

Oltre ad essere compatibile con la struttura dei pacchetti SCORM, il micro-learning presenta diversi vantaggi a livello didattico, sia per il docente sia soprattutto per l’apprendente. 

Parlando di nativi digitali, suddividere la formazione in pillole formative permette di focalizzare l’attenzione su pochi concetti, dando il tempo di assimilare le informazioni prima di proseguire. La modularità inoltre consente una fruizione più immediata e a misura di discente: brevi momenti di formazione sembrano essere particolarmente adatti alla vita frenetica dei discenti e ad una fruizione “auto-gestita” per quanto riguarda spazi e tempi. 

Sempre nell’ottica del controllo, se i contenuti lo consentono, spesso e volentieri il micro-learning si accompagna alla possibilità di fruizione non lineare: è l’apprendente stesso, in modo autonomo, a scegliere in quale sequenza affrontare i moduli. Questa possibilità per l’utente sembra rispondere ad uno dei principi esposti dall’Andragogia, secondo cui è fondamentale per l’adulto essere responsabile in prima persona della propria formazione. 

In ultimo, ma non per importanza, il micro-learning rappresenta la struttura perfetta per consentire il tracciamento dei progressi: la suddivisione dei contenuti in pillole formative monotematiche, infatti, consente di misurare il livello di apprendimento di ogni argomento, dando feedback mirati e permettendo di rendere disponibili risorse aggiuntive in modo adattivo rispetto alle reali necessità emerse. 

 

Nell’organizzazione dei contenuti, dunque, il micro-learning sembra rappresentare un’arma vincente per rendere l’apprendimento efficace e soprattutto alla portata dei discenti, aiutando nel raggiungimento degli obiettivi e nell’ottenimento di feedback positivi.

Vuoi saperne di più su questo tema? Segui i nostri prossimi articoli.  

 

 

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