Nuova normalità della formazione: il ruolo del docente facilitatore nella didattica blended

Come si trasforma il docente in facilitatore nella nuova normalità della formazione? Quali sono le nuove competenze che dovrà sviluppare per far fronte ai cambiamenti nella didattica blended? In questo articolo proveremo a rispondere a queste domande, per meglio inquadrare il ruolo del primo degli attori di questo nuovo paradigma.

 

LA CENTRALITÀ DELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA 

Una delle principali evoluzioni nella formazione dell’ultimo periodo è sicuramente data dalla coesistenza sempre più massiccia di didattica in presenza ed online, la cosiddetta formazione blended, talvolta anche nell’accostamento tutto digitale di webinar live e autoapprendimento. In questo contesto, dunque, diventa fondamentale la progettazione didattica, ed in particolare quel processo di organizzazione dei contenuti didattici secondo le diverse modalità in base agli scopi desiderati.

Il docente, dunque, non si limita più a programmare la lezione da portare in aula, ma diventa costruttore di un percorso più ampio: materiali da studiare in autonomia e momenti di confronto faccia a faccia interagiscono e si completano per raggiungere i migliori risultati possibili. Al contempo, le risorse – intese come tempo e investimenti – vengono utilizzate nel modo più efficiente, sia per gli studenti che per il docente stesso.

 

DA DOCENTE A FACILITATORE PER LA DIDATTICA BLENDED

Nella relazione con l’allievo, invece, il nuovo docente scende dalla cattedra e diventa quasi un pari: non si tratta più di trasmettere un insieme di conoscenze durante la lezione in classe, ma di aiutare lo studente a costruire un deposito di risorse a cui attingere nel momento del bisogno. Secondo i principi dell’Andragogia, infatti, l’apprendente adulto vuole formarsi per risolvere problemi reali: acquisire conoscenze diventa dunque una necessità, e il docente si trasforma in un facilitatore che supporti nella scelta dei materiali da consultare in autonomia, secondo il modello blended

D’altra parte, nell’ottica del lifelong learning il docente conserva il proprio ruolo dopo la fase d’aula, ovvero alla fine del momento ufficiale della formazione. La costruzione di un set di risorse, infatti, è fondamentale soprattutto per quando l’allievo dovrà rivedere i contenuti appresi, anche a distanza di tempo dalla lezione su quello specifico argomento.

 

PIATTAFORME LMS: UN PUNTO DI CONTATTO

Proprio in virtù della necessità di rimanere in contatto con lo studente anche al di là della singola lezione, diventano fondamentali le piattaforme dedicate alla formazione, ed in particolare gli LMS. Tra le nuove competenze richieste ai docenti, dunque, c’è sicuramente la capacità di sfruttare le funzionalità di tali strumenti, sia per la gestione dell’aula – e quindi profili degli studenti, condivisione di materiali, organizzazione dei contenuti – sia per costruire una relazione che duri nel tempo. 

Se i vantaggi di un approccio simile sono evidenti per lo studente, val la pena ricordare che anche il docente può trarne beneficio. In particolare, conservare uno storico su piattaforma LMS risulta utile in caso si renda necessario un aggiornamento sui contenuti già trattati o approfondimenti successivi, sul medesimo tema o su altri: pur senza svolgere l’intero percorso di formazione in aula, infatti, le piattaforme contribuiscono a costruire un rapporto docente-studente anche a livello umano, nell’ottica dell’apprendimento sociale che sembra tanto assente nella didattica non in presenza. In aggiunta, parlando di ottimizzazione delle risorse economiche e di tempo, la didattica blended permette ai docenti di passare meno tempo in aula, sfruttando al massimo i momenti in presenza per quella parte della formazione che risulta inefficace se svolta in autonomia. In questo modo, dunque, diventa possibile per il docente seguire più classi, nonché riutilizzare in modo adattivo i materiali a supporto dell’autoapprendimento e potersi così focalizzare sui momenti di esercitazione o confronto

 

Risulta chiaro come la nuova normalità debba portare a cambiamenti anche per quanto riguarda gli attori della formazione, a cominciare dal docente: si tratta, com’è già più volte accaduto nel corso del tempo, di un’evoluzione del ruolo verso una figura di facilitatore che non ne snatura il senso, ma al contrario sembra potenziarne le possibilità grazie alla didattica blended

Ti interessa scoprire il nuovo ruolo degli altri attori coinvolti? Segui i nostri prossimi articoli!

 

 

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