Motivazione ed engagement: la formazione e-learning al tempo di TikTok

Cosa è cambiato negli ultimi anni nel modo in cui gli utenti fruiscono dei contenuti e quali conseguenze ha la “generazione TikTok” sul mantenimento di motivazione ed engagement nella formazione e-learning?

 

Le caratteristiche della “generazione TikTok”

Nel primissimo articolo di questo blog a settembre 2019 parlavamo di nativi digitali e riduzione della capacità di attenzione, citando il celebre studio sull’attenzione di Microsoft Canada che paragonava gli esseri umani ai pesci rossi. Nel frattempo, due anni di pandemia mondiale e diverse evoluzioni tecnologiche dopo, possiamo dire con certezza che l’idea di nativi digitali è sorpassata, e nonostante questo alcune delle assunzioni ad essa legate non soltanto rimangono valide, ma diventano addirittura più forti di prima.
Se qualcuno non conoscesse ancora TikTok, iniziamo col dire che si tratta di un’applicazione per l’intrattenimento nata nel 2016 in Cina, ma che ha avuto il suo boom di successo nel 2020, inizialmente specie tra i giovanissimi grazie alla fruizione veloce e “senza impegno” dei video contenuti prodotti dagli utenti. Ritornando al concetto di gratificazioni istantanee citato proprio in relazione allo studio Microsoft, diventa chiaro come questo sia ancora più importante in un contesto in cui l’utente non fa altro che veder scorrere contenuti brevi e iper-stimolanti (grazie alla presenza di musica e immagini), scelti per lui da un algoritmo di intelligenza artificiale in grado di ricostruire perfettamente le personas.
Quali sono dunque le caratteristiche della “generazione TikTok” da tenere in considerazione parlando di e-learning? Sicuramente la scarsissima capacità di concentrazione, la necessità di stimoli continui e soprattutto che abbraccino diversi sensi (vista e udito in primis), la fame di novità e al contempo l’estrema velocità nel superarle e desiderarne di nuove.

 

Motivazione ed engagement nella formazione e-learning oggi

In questo contesto in cui le persone sono profondamente trasformate nelle proprie abitudini, non possono che esserci pesanti conseguenze anche sulla formazione e specialmente l’e-learning, che con i social network condivide il mezzo digitale e la multimedialità.
Vale la pena sottolineare come la motivazione e l’engagement siano aspetti non affatto marginali per la buona riuscita dell’apprendimento, e che dunque adattare la didattica alle caratteristiche degli utenti è fondamentale per garantire il ritorno sull’investimento nei progetti formativi.
Cosa significa questo in pratica? Vediamo alcune strategie applicabili.

Dalla forma al contenuto

Il primo punto da tenere a mente riguarda la necessità di spostare il focus dalla forma, il digitale per l’appunto, al contenuto e alla strategia formativa. Se i primi mesi di pandemia hanno costretto tutte le organizzazioni a rivolgersi precipitosamente all’online, oggi l’e-learning torna ad essere una scelta libera, seppur in qualche modo agevolata dalla “trasformazione umana” (prima che digitale) degli ultimi anni. Quando ormai abbiamo tutti chiari i concetti di “webinar“, “formazione asincrona“, “LMS” e via discorrendo, il mezzo può tornare ad avere il semplice ruolo di passaggio di contenuti, sui quali di fatto si concentra l’attenzione del formatore.

Coaching e modifica dei comportamenti

Cosa cambia dunque a livello di contenuti didattici? Sicuramente il passaggio da una formazione sul “know” (sapere) ad una molto più incentrata sul “know-how” (saper fare) e “know-how-to-be” (sapere essere), con una spinta verso l’umanizzazione della didattica che punta non più solo a insegnare qualcosa, ma soprattutto a modificare il comportamento degli utenti. Avviene così per un verso il passaggio da formazione a coaching, per l’altro un cambiamento necessario anche nella valutazione, che non è più solo focalizzata sui contenuti appresi o sul tempo speso in aula, ma si sposta verso il livello III di Kirkpatrick, ovvero la misurazione dei nuovi comportamenti sviluppati a seguito dell’apprendimento.

Micro-learning e contenuti multimediali variegati

In ultimo, ma non per importanza, le modifiche alla didattica passano anche per la creazione di contenuti e-learning che aiutino a mantenere alti i livelli di motivazione ed engagement negli utenti, attraverso l’utilizzo di strategie all’avanguardia. Resta fondamentale il principio del micro-learning, ovvero la ripartizione del messaggio formativo in piccole unità, che richiama appunto le modalità di fruizione dei contenuti sui social come TikTok. D’altra parte, lo stesso contenuto multimediale si trasforma per restare al passo con i tempi: podcast, gamification, 3D e navigazione immersiva, ma anche un utilizzo più mirato di stimoli diversi e combinati di audio e immagini/video.

 

E-learning e TikTok: una sfida possibile?

In conclusione, appare chiaro come al tempo di TikTok anche la formazione e-learning debba trasformarsi per tenere il ritmo di una fruizione profondamente diversa dei contenuti, se vuole mantenere una propria efficacia e garantire un ritorno sull’investimento formativo specialmente in ambito aziendale. Per quanto possiamo affermare noi in Quiddis, si tratta certamente di una sfida possibile, anche se richiede una buona dose di cambiamenti e soprattutto affidarsi a consulenti professionisti. Scrivici per sapere come possiamo aiutarti!

 

 

Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo!